Da un po’ avevo in mente di visitare Marrakech, una delle città più affascinanti del Marocco, seconda per grandezza e importanza. Con i suoi odori, i suoi sapori, le sue architetture arabeggianti, i suoi giardini e le persone che la abitano, di una cultura completamente diversa da quella nostra occidentale, e per questo molto affascinante. Voglio, quindi, raccontarvi la mia esperienza di viaggio a Marrakech, attraverso una guida semplice e pratica che vi possa guidare nella scelta dei principali luoghi di interesse e attività della città. In particolare, nei miei consigli di viaggio vi spiego cosa fare in 4 giorni a Marrakech, il periodo di tempo che ho trascorso lì.
Ma prima di addentrarci nell’itinerario, vorrei darvi delle indicazioni su cosa mangiare a Marrakech, parlando di quello che mi ha dato più gioia in assoluto: il cibo. La cucina marocchina è molto speziata e principalmente a base di carne, legumi e verdura. Tra i piatti tipici che dovete assolutamente provare, cito il cous cous, solitamente servito in un piatto con un coperchio triangolare; il cous cous lo troverete praticamente in tutti i ristoranti e in diverse varianti: con manzo, con agnello, con pollo, con verdure.
Altro piatto tipico è il tajine, carne in umido cotta molto lentamente, che prende il nome dalla pentola in cui viene preparato: un piatto di terracotta sormontato da un coperchio (sempre di terracotta) a forma di cono che viene appoggiato sul piatto durante la cottura. Ne esistono diverse varianti: le più comuni sono con pollo, con agnello o con polpette; potrete trovare anche quelli a base di pesce, frutta o verdura.
Il primo giorno, la prima tappa da fare è sicuramente la piazza principale, Jamaa el-Fna, patrimonio orale e immateriale dell’umanità secondo l’Unesco, grazie alla sua concentrazione di cantastorie, musicisti, ballerini e incantatori di serpenti. La piazza è uno spettacolo a cielo aperto in tutte le ore del giorno.
La bellezza di Jamaa el-Fna sta proprio nel suo trasformarsi continuamente: la mattina troverete incantatori di serpenti, ammaestratori di scimmie, donne pronte a tatuarvi il corpo con l’henné e altri artisti di strada, mentre al calar del sole vedrete la piazza diventare un luogo pieno di bancarelle in cui viene venduto cibo. Una nota doverosa: se avete intenzione di fotografare gli artisti di strada – magari qualche incantatore di serpente che sarà pronto a mettervi attorno al collo uno dei loro rettili – sappiate che poi vorranno essere pagati, e neanche troppo poco. Per fare qualche foto, a me sono stati chiesti ben 20€, che poi con un po’ di contrattazione sono diventati 5€. Ne vale però la pena, perché non so quante volte vi ricapiterà 🙂
Una cosa da fare obbligatoriamente a Jamaa el-Fna è prendere un succo di arance o di melogano appena spremuto in uno dei tantissimi stand presenti: costa poco ed è buonissimo!
Per una sosta rigenerativa e culinaria, optate per lo Chez Chegrouni, proprio dietro la piazza: piatti ben fatti (provate il cous cous), servizio veloce e costi molto contenuti. Prendendo un piatto di cous cous, uno di tajine e una bottiglia d’acqua, il costo totale è stato di 14€ circa.
A pochi passi dalla piazza (e visibile dalla stessa), si erge il Minareto della Koutubia – bellissimo e imponente nei suoi 70 metri di altezza – che insieme alla moschea costituisce il simbolo spirituale della città e uno dei più grandi esempi dell’architettura islamica. Il nome è dovuto al fatto che in passato lì ci fosse un mercato in cui si vendevano libri. Il termine “kutub” significa infatti “librai“.
Circumnavigate il Minareto e la moschea, passando per i giardini. Sappiate che l’ingresso alla moschea è vietato ai non musulmani.
Sapete che proprio Marrakech vanta il mercato più grande del Marocco? Ci sono ben 18 souk per la città. Capita spesso, infatti, di perdersi mentre si va in giro per questi mercati, non sapendo più in quale souk ci si trovi. Da vedere: Souk Semmarine, dove troverete principalmente babucce, kaftani, ceramiche, dolci e servizi per il tè; Souk Ableuh, il mercato delle olive; Souk Cherratine, in cui si lavora la pelle e potrete pertanto trovare prodotti come borse e cinture; Souk Sebbaghine, in italiano conosciuto come Souk dei Tintori, dove viene dipinta la lana che servirà per tessere i famosi tappeti marocchini. Fate un salto anche a Rahba Kedima, la Piazza delle Spezie, piena di odori che inebrieranno i vostri sensi.
Il secondo giorno, visitate le Tombe dei Saaditi. Il costo d’ingresso è veramente irrisorio (1€). Vi consiglio soltanto di andarci presto, perché poi si riempie di gente e diventa complicato vedere il pezzo forte delle Tombe, cioè la Sala delle Dodici Colonne, famosa per il suo soffitto d’oro e i marmi di Carrara in essa presenti. Il sultano Ahmed el-Mansour ed-Dahbi che l’ha commissionata, voleva che la sua tomba fosse degna della sua gloria, e penso che ci sia riuscito alla grande 🙂 Decisamente meno sontuose sono invece le tombe delle donne, che vedrete fuori sparse sul suolo, coperte da lastre a scacchiera.
Usciti dalle Tombe dei Saaditi, fate una pausa al Kasbah Café, di fronte la moschea della Kasbah, e poi recatevi verso Palazzo El Badi – in cui troverete le rovine di un antico e imponente palazzo – e Palazzo El Bahia, capolavoro dell’architettura marocchina.
Visto che siete in zona, non dimenticate di vedere la Porta Agnaou, uno dei primi monumenti in pietra della città, e la Mellah, il quartiere ebraico. Per pranzare, dalle parti della moschea della Kasbah (e accanto al Kasbah Café) trovate il ristorante Nid’ Cicogne, così chiamato perché dalla terrazza è possibile vedere un bellissimo nido di cicogne, da ammirare mentre gustate ottime olive del posto e piatti tipici marocchini, come cous cous e tajine.
Entrando nel giardino, vi accoglierà un viale di bambù e un senso di pace che ritroverete lungo tutto il percorso (turisti a parte). Camminando, vi imbatterete nella famosa villa art decò con il suo intenso colore blu, battezzato proprio “blu Majorelle”. All’interno, attualmente vi è un museo dedicato alle arti berbere.
Tra una cosa e l’altra, fate una pausa al caffè presente all’interno del giardino, molto carino. Io ho ordinato un tè alla menta, che mi hanno servito insieme a una corna di gazzella, dolce simbolo di Marrakech.
Curiosità: dopo la morte di Jacques Majorelle, il giardino cadde in uno stato di profondo abbandono, ma fu ripreso in mano e rivitalizzato da Pierre Bergé e Yves Saint Laurent (sì, proprio lo stilista), che lo acquistarono nel 1980 e lo riportarono alla sua bellezza.
Terminate la visita ai giardini e pranzate al ristorante “Al Fassia“, con le sue luci soffuse, lo stile orientale e la tipica cucina marocchina. Qui i costi sono un po’ più elevati rispetto ad altri ristoranti di Marrakech: per una pastilla – un piatto tipico a base di pollo o piccione -, un piatto di cous cous, un piatto di tajine (ottimo quello con riso, carne e cipolle caramellate) e una bottiglia di acqua, il conto è stato di 49€.
Prima di incamminarvi verso il centro, fate una tappa (obbligatoria!!) alla Pasticceria Amandine, un’istituzione di Marrakech, in cui gustare ottimi dolci marocchini: corna di gazzella, dolci con datteri, dolcetti a base di mandorle e i classici della pasticceria francese.
Nelle vicinanze troverete anche Cyber Park, un grande parco così chiamato perché dotato di connessione Internet. Proprio per questo, è tappa di molti turisti, spesso sprovvisti di connessione nei paesi esteri. Se lo siete anche voi, allora un salto nel parco non fa male 😉
Il quarto e ultimo giorno visitate il quartiere Mouassine, dove tra souk e funduq si trova il bellissimo Le Jardin Secret, un’oasi di pace immersa nella medina, nelle vicinzanze di Jeema el-Fna. Passeggiate nel giardino, ammirate le fontane e i corsi d’acqua che non sono altro che canali di raccolta d’acqua proveniente dalla montagna. All’interno del giardino sono presenti anche due deliziosi caffè dove potete riposarvi e bere un succo di arancia appena spremuto. Poi continuate salendo sulla torre del giardino, da dove ammirare Marrakech dall’alto.
Uscendo da Le Jardin Secret, troverete a pochi passi un caffè storico, il Café Arabe, famoso per la sua atmosfera orientale, ma non per piatti particolarmente gustosi. Un’ottima alternativa vicina per pranzare è il ristorante Terrasse des Épices, un’ampia terrazza con zone coperte e all’aperto, dove ci si ripara dal sole con cappelli di paglia messi a disposizione dal locale. C’è sempre molta confusione, quindi considerate che potrete aspettare un po’ prima di sedervi.
L’ultimo pomeriggio dedicatelo a un po’ di sano shopping tra i souk, ricchi di deliziosi souvenir da portare a casa per ricordo o da regalare ai vostri amici 🙂
Se questo articolo vi ha ispirato e vi siete convinti ad andare a Marrakech, tenete a mente queste indicazioni pratiche prima di partire:
1. Essendo un paese non facente parte dell’Unione Europea, serve un passaporto con una validità residua di almeno 6 mesi.
2. La moneta è il Dihram marocchino, in un rapporto 1 a 10 rispetto all’Euro. Per intenderci, 1€ corrisponde a circa 10 Dihram. Potete cambiare o prelevare direttamente lì a Marrakech. Per darvi un riferimento, proprio di fronte la piazza di Jeema el-Fna vi è uno sportello bancomat che accetta vari circuiti, tra cui anche Visa e Mastercard. Informatevi comunque con la vostra banca che la carta/bancomat a vostra disposizione sia valida per il prelievo a Marrakech. Non si sa mai! 🙂
3. Le principali lingue parlate sono francese e arabo, ma potete tranquillamente utilizzare l’inglese per interfacciarvi con gli abitanti del posto… la maggior parte di loro non avrà problemi a comprendervi e interagire con voi.
4. Riguardo al fuso orario, rispetto all’Italia, dovrete mettere l’orologio un’ora indietro. Quindi, se per esempio da noi sono le 10 del mattino, a Marrakech saranno le 9.
5. La mancia a taxi e ristoranti è ovviamente gradita. Di solito, io arrotondavo la cifra o lasciavo circa un 10% di mancia rispetto all’importo totale.
Ora che avete tutte le info, che dite… lo farete questo viaggio a Marrakech? 🙂
Una vasata e alla prossima!